Palazzolo nel progetto S.O.S. patrimonio immateriale (clicca sull'immagine)

Il teatro Greco, l'antica polis e i Santoni

Il più famoso monumento acrense è il Teatro Greco. Fu edificato probabilmente nel III sec. a.C., fu manomesso in età romana e successivamente abbandonato in età bizantina. La cavea è formata da nove cunei separati da otto scalette: gli ordini dei gradoni sono dodici, ma in origine probabilmente erano più numerosi.L'orchestra ha forma semicircolare e in età romano-imperiale fu manomessa dalla costruzione del pulpitum; sullo stesso piano di questa orchestra è tuttora visibile lo stilobate del proscenio. La scena fu sconvolta forse in età bizantina dall'installazione di un mulino, di cui si conservano le macine e una serie di silos, in parte interrati.
Nella cavea, in prossimità del terzo cuneo di ponente, è una galleria scavata nella roccia, che mette in comunicazione il teatro greco con il Bouleuterion, il luogo in cui si riuniva la boulè di Akrai. Attualmente si vedono tre ordini di gradini disposti lungo l'asse Nord-Sud e le fondamenta dell'edificio che fanno supporre che l'ingresso era rivolto a Occidente: in questa direzione è un blocco squadrato appartenente all'architrave della porta. Gli ultimi scavi hanno riportato alla luce l'area in cui sorgeval'agorà, la terza latomia e un Edificio Circolare non ancora definito. Questo edificio è lambito da un cardo che confluisce nel decumano della città, la Strada Ellenistico-romana, nota come Via Selinuntina. Il decumano presenta a sinistra e a destra una serie di cardi a pettine o a lisca di pesce e non in senso ortogonale. Lungo il pianoro che si sviluppa a destra e a sinistra di questa strada si estende la città di Akrai, che è per la maggior parte tuttora interrata. Le Latomie erano cave di pietra, utilizzate dagli abitanti per ricavare blocchi squadrati per le costruzioni; lungo le pareti rocciose furono scavate successivamente grotte che servirono come abitazioni o catacombe.
La Latomia dell'IntagliataLa Latomia dell'IntagliatellaLa Latomia dell'Intagliata ha forma ovale e si trova subito a Oriente del teatro greco. A Settentrione è la porta della latomia in cui si notano tracce evidenti di una cisterna e di ambienti rupestri. Lungo la parete occidentale è una serie di ambienti rupestri che furono utilizzati come catacombe paleocristiane o abitazioni trogloditiche bizantine, come la cosiddetta Grotta dei Cavalli. In un ipogeo di questa parete si trova una tomba a baldacchino con finestre finemente lavorate e traforate.Tra la Latomia dell'Intagliata e la Latomia dell'Intagliatella unsentiero porta al punto più alto di Akrai (m. 771), dove sono le fondamenta del cosiddetto Tempiodi Afrodite. Il tempio fu edificato probabilmente intorno al VI-V secolo a. C.. Nell'area del tempio sono stati ritrovati numerosi frammenti architettonici di terracotta che dovevano servire per la decorazione.In contrada “u Santicieddu” si trova la Latomia dei Templi Ferali, nelle cui pareti sono ricavati incavi votivi, alcuni con iscrizioni che attestano il culto dell'eroe buono. A poca distanza in direzione Est è un santuario risalente al terzo secolo a.C. che comprende una serie di dodici nicchie in cui sono rilievi ricavati dalla viva roccia che rappresentano la stessa divinità, la dea Cibele, altrimenti identificata come Magna Mater, ma nota a Palazzolo col nome di Santoni. La conservazione di questi rilievi è pessima. Solo alcuni rilievi sono meglio conservati e rappresentano la dea Cibele stante seduta di prospetto con il modio, la pàtera, il timpano, due leoni, e altri personaggi tra cui si distinguono i Dioscuri: Castore e Polluce. I Santoni attestano, secondo Luigi Bernabò Brea, il più completo e più vasto complesso di figurazioni relative al culto della Magna Mater, non riscontrabile in altri santuari.

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